I VENETI- Progenitori dell' Uomo Europeo

I VENETI progenitori dell'uomo europeo. Libro composto da 526 pajine version in lengua italiana.(Proibito e Censurato in italia) Presso al publico 50 FV ( Prenotare in segreteria GNV) Sconto 10% par ki xe iscrito a l'anagrafe. Sconto 20% par ki ga el documento de identità veneto. Spiegasiòn libro: I VENETI. PROGENITORI DELL’UOMO EUROPEO. Gli autori sono tre storici e linguisti sloveni: Josko Savli, Matej Bor, Ivan Tomazic. (da “Il Giornale di Vicenza”, 25 maggio 1994). Gli autori infatti sostengono che gli sloveni non appartengono al gruppo degli slavi meridionali bensì a quella matrice che fa riferimento all’antico popolo dei veneti. PRATICAMENTE INTROVABILE era ed è il volume dedicato ai Veneti.E’ veramente incomprensibile come un’opera incentrata sulla storia, sulle origini dei Veneti non abbia un minimo di diffusione in Italia. Certo, un volume sui Veneti (o Paleoveneti o Veneti antichi) non potrà rappresentare un best seller, ma fortunatamente sta aumentando il numero di coloro che vogliono conoscere un po’ di più da vicino questa civiltà, questo popolo che ha dato il nome ad una regione e dal quale discendiamo. E un passaggio nella prefazione del libro scritta da uno degli autori, il prof. Ivan Tomazic, è estremamente significativo (si riferisce alla civiltà lusaziana, cultura sviluppatasi a partire dal XII secolo a.C. nella regione di Lusazia ai confini fra la Germania e la Polonia): “Ma chi furono i portatori della civiltà di Lusazia e di quella dei campi d’urne che dalla lusaziana fu la derivazione e continuazione? Porsi questa domanda significa chiedersi quale fu il primo popolo dell’Europa centrale o forse dell’intera Europa, un popolo cioè dotato di un’evoluta organizzazione sociale non più strutturata su basi tribali. Fino all’ultima guerra gli studiosi identificavano questo popolo con i proto-Illiri. Le più recenti acquisizioni della storiografia dell’archeologia, della toponomastica e della linguistica testimoniano invece a favore di un’identificazione con il popolo dei Veneti antichi, una parte del quale si conservò fino all’arrivo dei Romani nell’area dell’alto Adriatico, in quella regione - il Veneto - che ancor oggi porta il loro nome. Ma che cosa si sa di questo popolo, quali sono le prove che ci permettono di affermare che furono proprio i Veneti a occupare l’Europa come portatori della civiltà dei campi d’urne e infine quali tracce rimangono di questo popolo e dei suoi discendenti? Su tutte queste questioni ha gravato finora un ‘non luogo a procedere’, una specie di tabù che si spiega col fatto che il popolo preistorico dei Veneti non era inseribile in nessuna delle ideologie nazionalistiche che a lungo hanno condizionato la storiografia moderna. Il nostro lavoro si propone di rimuovere questa barriera e di offrire una visione più spassionata e chiara della preistoria e della storia dell’Europa centrale e, di riflesso, anche dell’Europa tutta”. Il volume è il primo che pone in una luce completamente nuova la presenza dei Veneti nell’antichità, rivoluzionando le tradizionali teorie, spiegando come in quell’epoca essi abbiano avuto un ruolo di primo piano nel modellare la civiltà europea assieme all’entità greco-latina. Questo libro dovrebbe quindi scuotere l’assopito mondo culturale e scientifico italiano da sempre poco propenso a riconoscere nell’antichità spazio all’esistenza di civiltà diverse da quella latina. E soprattutto può essere un ulteriore momento di contrapposizione alla logica massificante e standardizzante “un popolo, una lingua, una storia” che si sta tentando di imporre in Italia quando invece all’interno dello Stato ci furono e ci sono “più popoli, più lingue, più storie”. La teoria che gli Sloveni siano arrivati in patria nel VI secolo d.C. non ha base documentaria o archeologica. Si tratta di una invenzione creata da storici e archeologi tedeschi e austriaci, che erano al servizio dei rispettivi governi. Molte generazioni di studiosi sono stati indottrinati con questa teoria, come se si trattasse di un fatto scientificamente provato. Le forze politiche in Europa così pure in America del Nord sono stati costantemente ostili ad un riesame di tale questione. Essi hanno sistematicamente impedito di rivedere la questione della storia slovena. I professori universitari in tutti i modi possibili scongiurano qualsiasi tentativo in proposito: sanno che una nuova indagine della storia slovena svolta da studiosi indipendenti avrebbe profonde implicazioni, non solo per la Slovenia, ma per tutta l'Europa centrale. Essi sanno che la maggior parte dei particolari e degli eventi importanti nella storia slovena era stato deliberatamente alterato o spazzato via, come se non fossero mai esistiti. La tesi tradizionale, che ritiene gli Sloveni indigeni della regione alpina d'Europa, si è sostenuta non solo da ricercatori sloveni, ma anche da alcuni studiosi tedeschi e italiani. Eppure, attraverso sapienti manipolazioni, è stato ad essa negato il giusto posto nell’opinione pubblica in generale e, quando è riemersa a metà del 1980, è stata fortemente attaccata dall’establishement degli storici. L'approccio avanzato dagli autori sloveni Šavli, Bor e Tomažic nel loro libro Veneti: First Builders of European Community, ha disturbato le fondamenta della storia ufficiale in Europa centrale. Da allora, ci sono state vivaci discussioni e innumerevoli scambi d’opinione nei mezzi di comunicazione per quanto riguarda l'origine degli sloveni e la loro relazione con i Veneti. La risposta del Nord America è stata assai diversa. Anche quei gruppi di studiosi più strettamente collegati alla Slovenia hanno trattato le nuove risultanze principalmente con il silenzio, ma c'era anche una grande quantità di ben pianificato ostruzionismo. Tuttavia, anche loro, come i loro colleghi in Europa, in linea con le teorie superate del passato.

www.governonasionaeveneto.org   www.confederasionveneta.org    www.gaxetadelpopoloveneto.org

 

 

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